Photoshop…quella brutta bestia!

L’era del digitale ha avvicinato una gran parte di persone alla fotografia. L’idea di scattare una foto e poterne vedere subito il risultato e soprattutto il non dover sviluppare la pellicola intera ma poter scegliere di stampare solo le foto più belle e quelle “venute meglio”, con un conseguente risparmio di denaro, ha invogliato molti a dotarsi di una fotocamera. I più esigenti hanno puntato alla reflex con la convinzione che più grossa è la macchina più belle siano le foto. Il discorso di composizione e occhio per l’inquadratura lo tralascio da questa sede. Nonostante tutto le delusioni sono sempre dietro l’angolo. La reflex infatti non fa magie e le immagini scattate se non adeguatamente post prodotte saranno sempre immagini piatte e di poco impatto.
Ora so che mi scontrerò con la schiera di chi invece porta alta la bandiera delle foto naturali. Capita infatti di vedere sui social network foto mediocri con specificato in didascalia “NO Photoshop”. Cosa dovremmo scrivere nei commenti? Bravo, tu si che sai fare foto!!!
Io direi proprio il contrario perché sostengo che chi utilizzi questo tipo di dicitura spesso si nasconda dietro il fatto che “la foto non è granché ma forse se scrivo che è naturale verrà apprezzata maggiormente”.
Al contrario però c’è chi abusa dello strumento magico fornito da casa Adobe, e crea tramonti dove non ci sono, albe dai colori spaziali, tonalità surreali da far rabbrividire chiunque. Ho imparato con l’esperienza che ci vuole meno tempo per rovinare una bella foto, che quello impiegato per sviluppare uno scatto già perfetto.
Detto questo vi voglio mostrare la differenza fra un file RAW grezzo e un file sviluppato o postprodotto secondo il mio metodo di lavoro e lasciare a voi la scelta su quale dei due sia più naturale ed apprezzabile. Chiaramente ognuno segue un suo metodo preciso e del tutto personale, nessuno dei quali è la Bibbia, questo è ciò che distingue un fotografo dall’altro, lo sviluppo del RAW potrebbe benissimo essere assimilato allo stile del fotografo.
Dimenticavo di dire che io uso il termine “sviluppo del RAW” perché so già che se invece scegliessi di usare il termine “elaborazione” ci sarebbe già la levata di spade dei puristi che questa parola non la considerano nemmeno, quando in questo caso i due termini possono essere assolutamente sinonimi di postproduzione.
Orbene ecco la mia immagine come scattata dalla reflex e come invece appare dopo aver seguito il mio flusso di lavoro nello sviluppo del file. Vorrei capire quale delle due preferite, ma scommetto che la stragrande maggioranza sceglierà la seconda immagine ovvero l’After.

La foto è stata scattata da casa mia verso il panorama che ho davanti agli occhi tutti i giorni, ma che a volte, in situazioni meteo particolari, mi sa regalare delle condizioni interessanti. Un cielo turbinoso dopo un periodo di maltempo e il sole che sembra voglia finalmente predominare sulla scena.

L’ho chiamata “Sovrapposizione di luce – Overlap of light”.

Screenshot di Camera_RAW, Photoshop

Aprendo il file con Camera Raw mi trovo davanti a un file piatto tipico del formato, ma con tutte le caratteristiche per diventare un’ottima foto, i dati della scena ci sono tutti, bisogna saperli estrarre. Un ambizioso paragone potrebbe essere quello con lo scultore che a colpi di scalpello toglie il legno in eccesso facendo comparire l’opera d’arte che è nascosta nel ceppo sotto di lui. L’istogramma è perfetto, correttamente tendente a destra ma senza alcuna luce bruciata. Se il grafico infatti è spostato verso la destra io sarò sempre in grado di intervenire sottoesponendo leggermente senza fare danni, l’operazione contraria, ovvero sovraesporre un file leggermente buio è sempre un’operazione che va ad introdurre rumore nelle ombre con il conseguente deterioramento dell’immagine.
Io cerco di ottenere già il meglio da Camera Raw, in maniera tale che pochi interventi in Photoshop mi permettano di avere il file definitivo in poco tempo. Chiaro che alcuni sviluppi siano un po’ più complessi mentre altri lo siano meno.
Non vi spiego passo passo tutto il workflow perché mi servirebbe più tempo e più spazio, ma in breve questi sono i passaggi chiave da Camera Raw a PS:

  • SCHEDA BASE
    bilanciamento del bianco;
    correzione in negativo dell’esposizione se serve;
    piccoli aggiustamenti del contrasto che andrò ad affinare in un secondo momento;
    bilanciamento fra luci ed ombre se serve;
    chiarezza, vividezza e saturazione rimangono quasi sempre invariati in questo passaggio;
  • SCHEDA DETTAGLI
    è possibile applicare una lieve riduzione del rumore portando il valore di luminanza al massimo a 10 o 15 tenendo sempre sott’occhio l’ingrandimento al 100% per non deteriorare i dettagli;
  • SCHEDA CORREZIONI LENTE
    importantissimo flaggare sempre la casella “rimuovi aberrazione cromatica”;
    attiva correzioni profilo lente solo se l’ottica che avete usato per scattare è inclusa nella lista;

Generalmente io non tocco altro e apro l’immagine con queste regolazioni in Photoshop. Di seguito sceglierò in base al risultato che voglio ottenere se siano o meno necessari altri interventi.
Nella foto dell’esempio ho operato altri due passaggi chiave utilizzando gli splendidi plugin di Color Efex Pro by Nik e in particolare ho utilizzato il filtro “detail extractor” al 7% e il filtro “tonal contrast” sempre in maniera molto blanda per non creare artefatti.

Nel complesso mi ritengo soddisfatto del risultato ottenuto e credo di aver post prodotto la foto rispettando la fedeltà dei colori  e della scena che ho visto con i miei occhi.

Ho pubblicato la foto finale su 500px  e su 1x.com per testare le opinioni del grande pubblico, nonché su Facebook nel gruppo di Clickalps a cui invito tutti a partecipare con i vostri scatti.

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