Fantastico anello in Primiero

Di seguito vi descrivo un giro che definire “epico” è poco. Una combinazione di strade silvo-pastorali, sentieri, trails e pista ciclabile con ciliegina sulla torta un ponte sospeso da brividi. Un totale di oltre 1600 metri di dislivello per mettere alla prova la capacità della batteria delle proprie e-bike. Personalmente la mia Whistle b-rush C6.1 con Bosch 625 mi ha tradito a circa 100 metri dallo scollinamento finale, la amo ancora nonostante questo sgarro.

In fondo al testo i link per vedere e scaricare il tracciato con l’avviso che alcuni tratti sono per tutti, altri invece sono per i più esperti e smaliziati, sarà cura di chi legge capire se il percorso è adatto e se eventualmente inserire qualche variante più dolce (ammesso che ci sia). Ho sviluppato l’itinerario servendomi dell’ormai insostituibile Komoot e utilizzando Trailforks per individuare i trail dedicati alle MTB.

In partenza con la Whistle b-rush C 6.1, zaino Evoc FR Trail 20 lt e casco Urge Alltrail

Per comodità decido di parcheggiare al passo Cereda, in comune di Primiero San Martino di Castrozza e scendere lungo la provinciale 347 fino al terzo tornante dove le tabelle SAT indicano l’inizio del sentiero “Piero Agostini”: 4 chilometri e circa 300 metri di traversata che permette di arrivare in val Canali nei pressi del ristoro Cant del Gal.

Il sentiero inizia molto stretto per proseguire nel bosco con radici esposte e rocce, poi strada bianca nella parte intermedia che va lasciata poco prima di un tornate a destra (la mia traccia mostra l’incertezza del momento) per scendere lungo una traccia inizialmente un po’ improbabile con indicazioni sentiero 738 park acque negre.

In effetti solo i primi metri sembrano scabrosi, per poi continuare lungo un percorso assai divertente con passaggi molto simpatici. Segnalo anche una foratura che ho riparato velocemente con la schiuma della Decathlon (santa Decathlon!!)

Una volta in val Canali si passa sul versante opposto della valle salendo verso i Piereni. Il percorso si sviluppa su strada asfaltata ma per niente trafficata. Purtroppo ecco che mi trovo davanti al primo stop forzato: la strada è chiusa per un cantiere boschivo e quindi devio a sinistra per una sterrata alquanto veloce che però non mi fa salire di quota. Poco male, vorrà dire che una volta giunto in vista dello “chalet Piereni” dovrò impegnarmi di più per salire verso Fosne.E così è stato: giro a destra salendo sempre su asfalto fino all’incrocio dove trovo le tabelle di strada chiusa dal lato opposto, bene, ostacolo superato!

Seguo la strada bianca che sale di fronte a me (l’unica bianca a questo incrocio) con indicazioni anche per il sentiero nr. 719 (la tabella indica sentiero chiuso ma per fortuna non fa parte del mio itinerario). Ben presto infatti proseguo a sinistra lungo la strada forestale che sale ai piedi del monte Cimerlo, molto facile tranne una punta del 22% nella parte intermedia, il fondo cementato qui agevola l’ascesa.

Supero i fienili di Rodena e arrivo alla forcella Col dei Cistri (1606 m).

Inizia il trail “Ippovia”

Poco prima dell’ultima meravigliosa baita dominata dal picco del Cimerlo seguo a sinistra le tabelle del sentiero, la prima parte è fangosa, scivolosa e rovinata dalle piogge ma per fortuna dura poco. Si traversa poi per il prato sotto ad un’ennesima baita per proseguire lungo un tratto roccioso e un po’ esposto.

Il sentiero comunque rimane sempre molto comodo e il panorama si apre con il bosco che pian piano si dirada. Su Trailforks questa parte è segnata come “Ippovia” quindi se ci passa un cavallo ci passa pure una e-bike!

Purtroppo secondo STOP forzato della giornata, la strada è sbarrata da una catasta di tronchi ed è chiusa per lavori forestali. Che fare?

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Al di là delle imprecazioni controllo la mappa – importante sempre averla a disposizione anche in più formati, il cartaceo sarebbe il top perché a volte la rete cellulare potrebbe abbandonarci – e vedo che circa 200 metri più in basso passa una strada forestale. Decido di scendere per il bosco accompagnando la bici a mano. Non è stato agevole perché anche qui era passato il cantiere forestale liberando il bosco dai tronchi grossi ma lasciando giù ramaglie e ceppi. Riesco a superare il sottobosco senza far danni e mi tranquillizzo alla vista della strada bianca, pochi metri di pedalata e sono ai prati di Ronz, in un ambiente idilliaco davanti ad una casa molto significativa.

Relax ai prati di Ronz

Un grande crocifisso campeggia sotto alla trave di colmo e una scritta recita “tengan, mio buon Gesù, le vostre mani lontan da questo luogo i ladri e i dan”. Sopra la porta d’ingresso la scritta “Christus Nobiscum Stat” risale all’epidemia di colera del 1836, essa veniva realizzata allo scopo di allontanare la malattia.

Dopo una pausa in questo luogo di pace, rabbocco la borraccia con l’acqua fresca della fontanella e proseguo seguendo la traccia che attraversa il prato fino al limitare del bosco dove una tabella indica il percorso verso malga Civertaghe (sentiero 717). Uno stupendo trail flow nel bosco che mi fa sbucare dopo circa 1 chilometro su una strada bianca nei pressi di un invaso artificiale e poco dopo la malga Civertaghe. Scendo velocemente lungo i tornanti su asfalto fino all’intersezione con il percorso ciclo-pedonale che da San Martino di Castrozza scende verso Siror.

L’asfalto perfetto della ciclabile San Martino – Siror
Serpentina lungo la ciclabile

Opera spettacolare, che si sviluppa sulla sinistra orografica della valle con moderata pendenza, mai eccessiva. Alcuni tratti sono caratterizzati da una serie di tornantini molto divertenti e ciliegina sulla torta: il passaggio sospeso sulla Val de la Vecia: adrenalinico ponte di funi in acciaio lungo 58 metri e sospeso a 23 metri di altezza sopra la forra del rio de la Vecia.

Il ponte sospeso sulla val de la Vecia

Mi fermo a fare qualche scatto e approfitto del drone per un selfie fuori dal comune, poi riprendo la veloce discesa per giungere alla Pump Track del Primiero. Qui i ragazzi dai 9 anni in su si divertono fra curve paraboliche, salti e piroette lungo un percorso ben realizzato. A corredo di un’ esperienza che gravita interamente attorno al mondo bike un BiciGrill per ristorarsi ed eventualmente ricaricare le batteria – consiglio assolutamente di farlo per proseguire con più tranquillità l’itinerario descritto – purtroppo non mi ero portato il caricabatteria, sarà per la prossima.

Punto di ricarica e-bike al Bici Grill “Bar al Molin” di Siror
Le ultime case di Ormanico, qui inizia la dura salta vero malga Fossetta

Attraverso i pittoreschi centri abitati di Siror, Tonadico e Transacqua portandomi verso Ormanico per affrontare la lunga val Uneda. Lasciate alle spalle le ultime case la salita è bella decisa con punte del 20%, fra le indicazioni che seguo è sempre presente quella per malga Fossetta. Arrivo ad un tornante a sinistra dove trovo il terzo cantiere forestale con strada chiusa. Non è giornata 🤬😡🤬!

Avevo pianificato un rientro facile – almeno dalla mappa – invece sono costretto a salire a destra seguendo la via alternativa che si addentra nella valle. Tutto sommato la via è comoda, sempre su sterrato fino ad un tratto pianeggiante in località Stadel dove la tabella per malga Fossetta indica una traccia ripida e sassosa che si stacca a destra. Dalla mappa non vedo alternative quindi già bello provato salgo a spinta, per fortuna esiste il WALK.

In località Stadel si deve salire per il sentierino a destra seguendo le tabelle SAT
Malga Fossetta è l’obiettivo da raggiungere prima della discesa finale
Pedalabile? Per nulla!!!

In effetti questo tratto non è per nulla pedalabile ma dura poco e prima di uscire dal bosco una fontanella con acqua fresca mi dà un po’ di ristoro. Si torna in sella e supero alcune baite in località Stiozze dove poco dopo torno girare a destra verso malga Fossetta. Proseguendo verso sinistra sarei sceso verso la strada del Cereda ma troppo in basso quindi piuttosto che fare asfalto preferisco sempre la tranquillità di una strada sterrata nel bosco.

Il dislivello è contenuto e la strada molto tranquilla concede un pò di relax sui pedali fino a giungere ad una recinzione elettrica, segnale che sono in prossimità della malga.

Attraversando i pascoli di malga Fossetta

Superato il recinto attraverso per prati, risalgo un po’ ed ecco a vista gli edifici della malga. E mentre il meteo volge al brutto la batteria decide di abbandonarmi. Per fortuna gli ultimissimi metri riesco a pedalarli a motore spento prima di scollinare ed affrontare una velocissima discesa su asfalto che mi riporta al passo.

Che giro spettacolare, non mi sono fatto mancare nulla e ho portato a casa oltre 1600 metri di dislivello per 40 chilometri toccando lungo quasi tutto i giro strade secondarie, sentieri nel bosco e tanti panorami che ancora non conoscevo.

Armatevi di una buona dose di energia e siate certi di amare anche i percorsi un po’ avventurosi, il divertimento qui non mancherà di certo.

STRAVA: http://www.strava.com/activities/9143946162

Komoot: https://www.komoot.com/it-it/tour/1135692477

Trailforks: https://www.trailforks.com/ridelog/view/52845606/